Dry Milano è un mare che bagna anche Napoli. Prime volte.
Lorenzo Sirabella e le sue opere d’arte di forma circolare tornano a casa.
I cocktail, espressivi ed essenziali, di Edris Al Malat fedeli accompagnatori.
Pizza e cocktail, lo si sa, da Dry viaggiano sempre a braccetto, in costante ricerca di quell’equilibrio sopra la follia. Semicit.

Ad accogliere un porto sicuro abituato alla meraviglia della bellezza, la pizzeria dei Fratelli Salvo alla Riviera, con Salvatore veterano ammiraglio degli impasti, dei forni e della materia.
Che bella storia i Salvo, l’umiltà commovente di chi ci ha cambiati tutti segnando epoche, attraversando mode, senza mai smettere di inventare o perdere la voglia di donarsi.
Che bella storia Dry, che infila la tradizione napoletana nel modernismo cosmico dei drink, in una realtà intima bidimensionale che si fa avanguardia nella prospettiva di una squadra giovane, meticolosa, con quell’approccio zero sprechi. Edris disegna elisir liquidi, trasversali, versatili, detonanti che corteggiano le circonferenze vanitose di Lorenzo. Lui, un giovanissimo gigante visionario, avanti anni luce, di quella luce che brilla di modestia. Fuoriclasse.
E quindi sei mani sono meglio di quattro! Degustazione di intersezioni di pensieri.


Aggrapparsi, colle fauci, ai capisaldi: i fritti dei Salvo. New entry di Frittatina Cacio e pepe che racconta di spaghetto quadrato di Gragnano IGP, besciamella al Pecorino Gran Riserva Toscano, Pecorino Romano, Cacio Magno e titilla con 4 pepi.


Poi sfilano le tonde con il loro abito migliore, precise, stechiometriche, cotte cum laude. La pluripremiata Provola e pepe di Lorenzo che resta umile seppur conquistando il mondo come bene universale (provola affumicata e pepe nero di Sarawak). Unica fede.


Il paesaggio dell’oro rosso (che ha fatto scuola), la strada magica dei Sei pomodori (pomodoro di Corbara, pomodoro San Marzano al naturale, pomodoro datterino essiccato al forno, pomodoro grigliato, crema di pomodoro affumicato, pomodoro del Piennolo marinato) dei Salvo dove ci si può anche perdere nei ricordi del palato. Concordanza di fumè, di note floreali con l’Hibiscus Margarita: un twist che prevede, oltre alla tequila, mezcal e cordiale di ibisco e citronella.


Mi chiedi se è vero che non vedo l’ora del padellino. Vitello tonnato (con polvere di capperi e sale di Maldon) best seller! Tuffarsi nella morbidezza avvolgente, che precede il crunch ciancioso della Zingara Ischitana (prosciutto crudo D’Osvaldo, mozzarella di bufala, maionese al basilico, datterini arrosto, lattughino croccante) dove davvero si muore d’amore. Lorenzo docet! Sentimenti primari. Acidità, freschezza a sgrassare con il Yuzu Gimlet, vodka e cordiale di yuzu.




Salvatore scrive, infine, il manifesto di ciò che erano, sono e saranno. Radici e cielo. Sentimento e altro. Pizza fritta e Oshirase. Cicoli, ricotta e fuori dal piatto. La seconda fuori dal continente, manzo, soia e oriente con salsa di peperoncini verdi. Confini e orizzonti.




Negroni (al mirtillo) di fine pasto e sensibilità: e così l’impasto invenduto diventa cubotto glassato al caffè e trova vita superba nel Drymisù (crema al mascarpone e polvere di caffè). Forse non si sa ma pure questo è amore.


Certi incontri hanno e danno luce autonoma. Tornare per sentirsi a casa era necessario per rimettere insieme certi pezzettini della propria anima.