Spazi ampi. Ampissimi.
Esterno giardino. Lucine. Verde. Aria pura. Tavoli seduti nel palcoscenico di un anfiteatro. Figo rilassarsi anche sui gradoni della cavea.
Interno salotto. Al centro un bancone bar gigante ad hoc per giganti. A tutto tondo. Pulsa e freme. Il ritorno parte da lì.
Acerra (Na). All’interno di Palarté, dove un’antica cortina di un rudere del 1800 si fa nuova dimora di ospitalità.
Ritorno, bar e cucina di quartiere. La nuova visione degli illuminati Vincenzo Pagliara e Francesco Manna, già protagonisti del Laboratorio Folkloristico. Un duo che si fa quartetto con Biagio Castiello, bar manager, e Roberta Della Magna, in veste di general manager.
Bar come una volta, la voglia è quella. Elogio alla quotidianità che vale. Diretto, senza distanze. Da mattina a notte. All day long. Caffetteria improntata sugli specialty coffee. Cocktail divisi per esigenze, dalle miscele semplici, riconoscibili, essenziali. Il contesto su cui stendere una cucina apposita e fresca, rifinita ma non complicata, timbrica per l’atmosfera firmata Alberto Giocondi.


Subito una pedalata in Bicicletta: Mezcal, mixato con amaro locale e soda ai fiori di sambuco, ça va sans dire. Affumicato, morbido, floreale. Un elegante disegno liquido.


Freselle di quartiere luccicose. Tris in crescendo: pomodorosa, polpo e patate, peperoncini verdi e pecorino. Solide, di compagnia, con l’ultima che sa ammaliare.


Il Crostino con burro alle erbe e sarda affumicata effusione entusiasta e necessaria.
Senz’asciugare la fantasia, si va di Ritorno-Tonic: vodka Ketel one, anguria, verjus, basilico e tonic. Freschezza con sentori di frutta, erba aromatica, gusto frizzante e vivace accompagnato da una morbidezza setosa dal finale lungo.


Poi sublimazione del semplice universale: Spaghetto mantecato ai due pomodori. Preciso, stratificato, la leggerezza del vivere italiano tramandata con delicata cura. Interessante il binomio polpo/avocado. Adorabile il dolcetto al caramello.


Con il servizio dall’ossatura libera da pomposità ingombranti a far girare il tutto in volata, il finale racconta di gelato al mango tuffato in bollicine pugliesi con liquore al finocchietto. Psichedelico.
Un catalizzatore di energie che scorrono vivide e incontrastate. Un beato ritrovo dove ho trovato il vociare, il relax, la musica, il tinnio dei bicchieri, i pensieri disoccupati.
Ritornerò.
Ritornerai.
Lo so che ritornerai.