Come nella stanza da pranzo di nonna.
Ugualos, come direbbe Massimo.
Stessa aria rilassata, semplice, totalmente distensiva. Pure l’accoglienza è quella. Sorrisi e abbracci con gli occhi.
Il servizio di piatti? Quello vivo-per-sempre stivato nella credenza da usare per il pranzo della domenica.
Le pareti intrise di quadri e quadretti dove, all’epicentro, giganteggia quella cornice barocca.
Solo che qui la natura morta lascia il posto a D10S nella versione Santo Diego e le migliori battute della napoletanità verace.
Tutto questo loro lo definiscono INformale.
Vomero. Loro sono un mash up di freschezza creativa e menti brillanti che traslano l’artigianalità seria come strumento per la convivialità. Fuori i nomi: Giampaolo Russo, ex avvocato diventato chef in Canada, il lievitista Nicola Doria e sua moglie Katarina, Dario Gallo e Natalia Quaglietta, già proprietari del ristorante “Essencia”.
Al contrario del gattopardiano mood dove tutto cambia affinché nulla cambi, la nonna esce di scena perché qui i piatti e la proposta hanno forma & densità.
Vini buoni e piatti essenziali recita il claim.
La carta dei vini è monstre. Le bottiglie si aprano anche al calice.
Dettagli fighissimi. Le olive sono il benvenuto e arrivano in una deliziosa bagnarola blu.
Già col pane al lievito madre e burro al miso esplode l’epifania. Texture e profumi con lo switch umami.
Pan con Tomate, memoria involontaria che si scatena in stile Anton Ego. Non esistono cose semplici. Ciabata (Nicola rules!), pomodoro fresco, olio e un pizzico d’aglio. Educazione.
Le impronte vegetali lasciano segni indelebili.
Melanzana arrostita, spellata e laccata con glassa di melanzane servita con mandorle tostate e crema al Parmigiano Reggiano fredda. Affumicato elegante, persistente. Tendenza dolce importante comprimaria che giuoca con le temperature. Lodevole.
Porro arrostito alla brace, crema tostata con lime e pepe nero, olio alle erbe e tuorlo duro grattugiato. Intensità progressiva e variegata, con derive cremose deliranti e crunch fumè delicato. Comfort good.
Le Croquetas de jamon piacione, la Focaccia alle patate con topping di cipolle lo sfizio necessario.
Strutture da Pulled duck. Struttura di bun come un lobster roll. Gel al lime che apparecchia. Kimchi playground pirotecnico piccante, salato, aspro e leggermente umami. Strutturazione della cottura dell’anatra. Succulenza. Crok di cipolle. Inscalfibile manico di candore.
Torta Lisbona che urla di fondente, Torrijas (pan brioche fritto e impanato in zucchero e cannella) che inzuppa il cuore.
Quante sfumature potrà mai nascondere un posto così? Tante, tantissime, di più.
Ricentrare le prospettive.
colellapizzatour 