Narrarsi per ritrovarsi.
Il vero miracolo illuminato di Franco Pepe è questo. Il racconto, la narrazione con l’uso totale dei cinque sensi.
Franco parla chiaro con le sue creazioni, i suoi contrasti poveri e altolocati. La scelta di un pomodoro, il respiro dell’impasto, lo studio per le trasformazioni, tecniche e cotture, l’adorazione per il “come una volta” e l’attenzione per il “tempo che fugge”.

Ciro 
Rocco
Assaggiare con l’ascolto fa bene.
Come non rinunciare ai grandi classici di casa Caiazzo, facce e concetti opposti di una stessa medaglia. Il centro del mondo nei pirottini di rame: la tenerezza di Ciro e il rigore di Rocco, yin e yang con quella radice “di mezzo calzoncino fritto” comune, uno nell’altro. Forme comuni che plasmano concetti condivisi: la semplicità molteplice della Margherita Sbagliata e la molteplicità semplice della Scarpetta. Le mie scelte imprescindibili da talking to the moon! Espressioni di un pensiero preciso, di una identità, di un marchio di fabbrica, di andare oltre la pizza…

Margherita Sbagliata 
Scarpetta
Inside la pizza, quella più tradizionale della casa, più partenopea, all’apparenza più nuda e sfornita.

La Ritrovata di Franco ha radici strette e profonde che raccontano di sapori antichi mai scomparsi: la Marinara del suo papà che ritrova forma più nel gusto che nell’aspetto. Perché Franco è così, un tremendo visionario. La sua tradizione più che uno standard è creatività pura. Ricette senza dosi ma con tecnica e sentimento. Così sul disco di pasta, sempre più suadente al morso, due tipologie differenti di pomodori, Piennolo del Vesuvio e San Marzano passsato. A completare il racconto capperi disidratati, polvere di olive nere caiazzane, acciughe di Cetara, olio agliato e basilico fritto. C’è bellezza, intelligenza, colore, luce, essenzialità complessa. Una Marinara, anzi, una pizza eterea, quella di ieri, oggi e domani.
…e poi la genesi della scarola a crudo nel ripieno al forno. Gentilezza di gusto.
Perdersi e ritrovarsi. Nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma.
La Crisommola del Vesuvio, 2017.

Materie prime dove scegliere è umano ma saper trasformare è divino.
Fritta, amore e fantasia… Signorile, fine, garbata. Viva. Struttura ipnotica. Meglio di un’app per il rilassamento mentale. Habitué che non tradisce mai. Cottura 24k. Un bagno di luce.
Nessun guilty pleasure.
Solo ritrovarsi.

