Un senso di distensione incontrastato.
Facile qui servirsi del gioco di parole che strizza l’occhio al nome della location.
Eppure, La Bolla a Caserta si conferma quel soffio di sapone intenso, funambolico, straripante di colori, che trasporta in altre dimensioni fatte di mondi leggeri, sottili, gentili.
Aggettivi dipinti sui volti chini e ligi alla precisione degli artefici di certe circonferenze gioiose. Serenità e profumi vivono tra una “ammaccata”, una conciata e una cottura (in forno elettrico) che non concede critica alcuna.
Perché questi ragazzi sanno quel che fanno e lo fanno davvero bene.
La maestria di Simone De Gregorio, intrisa di consapevolezza e maturità, assistita dalla sensibilità di Mariano Magliocca e di Raffaele Sepe. Cuori lievi come bolle al riparo da folli corse a caccia di fama ostentata.
Effetto wow e spirito raggiante.
Le realizzazioni di super Simone sorridono per coerenza nel gusto, nel pensiero adagiato sul piatto e nell’esecuzione tecnica. Che non tradiscono le aspettative neanche quando adorna il suo impasto moderno con il trittico più partenopeo di tutti. Un dono fatto di provola e pepe che riduce in polvere ogni preconcetto.


Ops?! Il primo guizzo irriverente. Si è bruciata la parmigiana. Alla base un mix di ragù di San Marzano, velo di provola penisola sorrentina affumicata, parmigiana bruciata, pepe macinato, parmigiano 36 mesi. Come tuffarsi in una domenica pomeriggio, adagiarsi in una cremosità autentica, filante e rispettosa dei ricordi dell’anima. Che hai combinato Simo?! Eleganza, candore e levità confortevole. Densità formidabile.


Come in un van Gogh, la Carciofi e patate si contamina di vanità e i due ingredienti poveri si nobilitano in forma mirabilis. Mentalità da cuoco. Il fiore brasato, speziato e affumicato acquista una texture disarmante e scioglievole che contrasta la verve lunga e pastosa delle patate Duchesse. Provola, cenere di olive nere di Caiazzo, olio al prezzemolo e parmigiano 36 mesi arricchiscono in aromaticità. Visione acuta e luminosa freschezza. Io la chiamo avanguardia.


La 100 Peas è un inno cromatico al presidio slow food vesuviano (pisello Centogiorni). Green power di dolcezza e attrito radente in doppia consistenza con sussulti salati del guanciale e l’intelligenza fresca croccante del porro fritto. Cromoterapia.


Indicazioni per l’uso: mai ingozzarsi qui, lasciare ampio spazio ai dolci.


Premiata Pasticceria La Bolla, insomma. Accanto ai sempreverdi Tre agrumi e Assoluto di mela annurca, La conciata di Nicola è la new entry che ammalia. Confettura dolce di pomodoro, mousse di mascarpone, nocciole di Giffoni infornate e scagliette di conciato romano. Una sinergia agrodolce dalle note sapide, sfumature continue che stimolano il piacere al morso successivo. Sì, lo spicchio di Ananice prevede l’ananas sciroppata. Secondo guizzo sovversivo, ottimo come fine pasto.


Simone ha i mezzi per arrivare dove vuole. Perché la rotta verso il futuro passa inevitabilmente attraverso impeto, cuore e istinto.
Dalla bolla al piatto in scioltezza.
Per divertirsi fino all’ultimo assaggio…