Un Segreto che non è più un segreto.
O forse sì! Perché proprio sulla bocca di tutti…
Sì, come Il Segreto di Pulcinella.
Giuseppe Bove raddoppia triplica, non so, i suoi spazi nella nuova location di via Napoli. Montesarchio (Bn), obviously, dove tassello dopo tassello Giuseppe ha costruito la sua Grande Bellezza.
Passato, passato prossimo e ora un presente scintillante.
Locale strapieno, dentro e fuori, febbrile andirivieni. Nessun food trend, nessuna metà devozionale. La fila gagliarda la disegnano le materie prime e la maestranza seria e sorniona di chi realizza una narrazione evoluta del tempo. Si macinano abbondanti km esclusivamente per la pizza. Questa è la vera Grande Bellezza.
Non tutti i ricordi restano fedeli ma le realizzazioni beano comunque una degustazione viva di voli pindarici.


La salvezza gastronomica si fa largo nella precisione della Montanara fritta e poi asciugata al forno. Parmigiana Scomposta, come un dipinto che sprigiona brezze bucoliche. Corretta, dorata, identità morbida e croccante, precisa nella sua armocromia. Protocollo classico: cremosità al cubo (con la spuma di parmigiano), i pomodorini semi dry freshiano, le chips scherzano. Umami ricco mi ci ficco…


Coerente e presente ancora, esaltato con le tecniche di chi in cucina ci sta bene. La tradizione sceglie il quinto elemento del gusto. Provola e pepe umami, dove il pomodoro si concentra con delicatezza e tempo e grida sapore, dove la provola è affumicata con paglia e carezze, dove il pepe nero macinato fresco armonizza e spupazza con grazia le solite corde. Volume a palla e luce cristallina…


Ma come un Flâneur che cerca la sua Capricciosa, resto folgorato sulla via del Bovismo. Romantica e vanitosa, piaciona tanto piaciona, funambolica tra eleganza e ruspanza. Il pomodoro datterino è arrostito, come i cremini grossolani e terrosi e i carciofi saporiti e succosi. Il salame è dolce e va in cottura, il prosciutto cotto è artigianle del contadino e va in uscita. Olive nere di Bonea per il tocco amaro e l’affabilità eclettica è servita. Resta il ricordo.


Il resto è un susseguirsi di storiche novelle dal fiero dialetto autoctono come la Omaggio a Montesarchio (fiordilatte di Pezzata Rossa, battuto di peperone beneventano saltato con olio, aglio di Bonea, origano del Taburno, capperi di Salina, alici, all’uscita condita con mollica di pane tostata e aromatizzata all’aglio, noci), l’evergreen della casa che ‘mbuttuna il peperone, e la Specialità di Pulcinella (fiordilatte di Pezzata Rossa, patate del Taburno cotte sotto cenere, funghi porcini saltati, pancetta di Maiale Nero Casertano), che glorifica la qualità di ciascuno attore.


Infine si apre l’ombrello per la Tempesta di primavera. Difficile gestire certi imprevisti fatti di cipolla cotta a bassa temperatura in sotto vuoto, salsiccia di Marchigiana tipo Bra, fiori di zucca, Blu di bufala. Un gaudio fin troppo sfrenato, un sommario opulento di perfetti solitisti per una coralità da addomesticare. Potenzialità.


La dimora del bello si fa attico, la vitalità e l’armonia delle pizze di Bove ora divampa in un comfort amplificato.
Lunga vita a questo Segreto, e alle grandi skills di Bove che fluiscono naturali proprio come quelle dei grandi…