Pizzeria Vincenzo Capuano Vomero – A Piazza degli Artisti il talento di Nicola Aloja

“Sasso, carta, forbici…”
Sì, per la prima volta dopo numerosi anni scelgo le for-bi-ci. Che Santa Partenope, mi perdoni! Nella fattispecie, dorate.
Vivere di pizza è meraviglioso”, il secondo indizio che fa una prova.

Napoli, Piazza degli Artisti. Vincenzo Capuano Pizzeria.
Nel regno della filosofia del cornicione pronunciatissimo, sfilano a iosa circonferenze contemporanee con l’ossessione massima di non turbare i sentimenti della cornice.
Dietro il blasone della sede vomerese, un giovane pizzaiolo si carica della responsabilità dei fondamenti e dei dettagli con piglio educato, concentrato e trasparente. Nicola Aloja, classe 96, passione estrema per i lievitati, una promessa per il futuro.

Degustazione affidata al suo gioco di impasti e ai suoi occhi attenti.
Ritmo crescente e mai timido.
I fritti rispettano l’esigenza di una doratura non unta e di uno zing completo. Il crocchè sa di patate e il panko raddoppia la dose crunch, la frittatina riesce ad avvolgere in delicatezza e sapore. Zero rischi.

Subito contenuto e forma. Padellino multicereali morbidoso e profumato dove altezza-mezza-bellezza. Una tartare di parmigiana, polpettine e fonduta di parmigiano adornano la struttura magnetica con sano equilibrio godurioso. Un guanciale di gusto.

Nicola pensa a colori. La sua baciata esplora la tavolozza di Warhol. Ancora mix tipo 1/integrale e ripieno ricolmo della mia idiosincrasia: mortadella Bologna IGP, burrata e pesto di pistacchio. Pregiudizi babbei sono stati spazzati via con violenza (garbata) dal crunch persistente dal cuore di marennella trend che scivola leggero. Riccanza.

Arriva il primo spicchio di tonda. Cottura nel rutiello e Marinara Evoluta. Emulsione di datterino rosso arrosto, datterino rosso caramella, capperi con gambo, alici, olive nere, origano e aglio nero. Simpatica l’aromaticità dell’aglio e la dolcezza di fondo dell’oro rosso ma è la base che conquista per morso gentile e rustico. Versatilità.

Poi la padrona di casa. La titolata Campionessa Mondiale. Pomodoro San Marzano schiacciato a mano, provola affumicata, pepe macinato fresco. Qui brandisco le forbici: San Gennà, non mi guardà! Cornicione meno scostumato del previsto, cottura aggressiva ma piacevole. La pizza scompare al palato e il trittico non tradisce in napoletanità. Promozione!

Il fine pasto è una festa multicolor di sana incoscienza. Padellino al cacao con crema all’amarena e superficie caramellata decorata di un mix di frutta secca. Il Croccantino che si fa pizza, Nicola plasma nuovamente le sue idee con colori shocking e le possibilità diventano infinite. Applausi.

Siamo tutti liberi di criticare o scartare a pelle, ma ogni volta che scivoliamo su di un preconcetto pestiamo il piede alla nostra parte più sana e curiosa. E oltre a farle male, perdiamo pure di vista il vero senso del confronto.
Poi fare bene è sempre qualcosa di speciale, ma fare bene nascosti tra le pieghe del dietro-le-quinte ha una poesia ancora diversa. Largo ai giovani come Nicola.

Pizzeria Vincenzo Capuano Vomero
Piazza degli Artisti, 39
80129 Napoli

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  1. Avatar di Luigi Morra Luigi Morra ha detto:

    Quando provi per la prima volta questo impasto diventa difficile mangiare un altra pizza
    The very best

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