Bro Pizzeria – Realismo Eduardiano

Qui è dove facciamo buio e dal buio riecco quei colori. E ci prendiamo questo potere impossibile di viaggiare indietro e avanti nel tempo.
Piccolo, poetico e un po’ magico, più celeste che terrestre. Molto vicino al cielo, come i pianeti che si allineano, le nuvole che passano, la luna che ci parla di com’è vicino il lontano, semplice il difficile, chiaro l’oscuro.

Un posto dove si soffoca d’amore. Che vive della felicità impareggiabile che dona l’incontro.
Come le Notti Bianche del mio amico Fedor, ma in mezzo tra piazza Mercato e piazza del Carmine.
Paragoni azzardati diranno lor signori, “si tratta pur sempre di pizza…”, ma la penombra della coscienza conosce certe luci.

Un po’ come quello slargo. Un marasma, certo, ma solo di pensieri, concetti e pulsioni. Il resto è pace. E mo’ ci trovi il Rinascimento e mo’ il Neo-Classicismo.

Ma accade anche che ti scontri con il Realismo puro. E le metriche hanno le espressioni di Eduardo. No, non solo per la Natale in Casa Bro, dove gli intrecci sono intrisi del periodo in cui “mi piace o’ presepio!”. Ultra scarole (in padella e marinata), la sapidità della crema di pecorino e la spinta dolce acida della mela annurca ossidata. E poi la gioia del caramello dell’acqua di fermentazione (e dell’impasto di grano, segale e mais). Bravo_bravo! cit.

De Filippo celia dal pentolone di ragù firmato chef Ivan De Benedictis (che manico!). Somiglianze di cuore, sembra di stare sul balcone dirimpetto, quando Ivan racconta il perché e il percome. Vivere Sabato, Domenica e Lunedi. Otto ore più otto ore più riposo. No, non è “carne c’ ‘a pummarola”. Un concentrato 1000x di amore, giubilo, di ciò che siamo. Crema spalmabile per un Mas/calzone con ricotta e fiordilatte, sfera di friarielli e conciato romano. Ho visto Partenope.

Poi la poetica di una fritta al forno fluffy, dry, golden. Topping di Marinara supersonica (datterino di collina cotto a legna, pomodorini confit, polvere di olive nere, origano, alici di Cetara) che principia dai sentimenti. Porta Nolana con le sue beautifulerie trendy: cremosità della maionese alle erbe, umami della salsa all’aglio, aromaticità del latte di cocco. Rincuorante.

La Braciola, poi, scoppia ancora ed esplode meglio. Equilibrio stechiometrico con il caciocavallo che si fa salsa, gradienti di ragù e lo zing della composta di pera fermentata. Il manzo cbt resta un soffio! Detonante.

Infine, Beatrice, la piena di grazia di rumore e silenzio (impasto multi-cereali e cacao, fiordilatte, chantilly al Parmigiano, Blu di pecora, polvere di limone nero, foglie di amaranto, foglie di cantalupo). L’abbraccio che pretendo.

Perché Ciro e Antonio Tutino sanno abbracciare da sempre. Conoscono il libro dei perché, l’albero del riparo, le albe delle reti dei pescatori, i ricordi di famiglia.
Sono bravi, sono umili.
Sono professionali, sono professionisti.
Sono pizzaioli, sono ristoratori.
Sono antichi, sono moderni.

Stato bello, però. Sto già nelle mani della nostalgia.

Bro Ciro e Antonio Tutino Pizzeria
Piazza Mercato, 222b
80142 Napoli

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